Non solo Yoga
Ayurveda
A volte la cura non puo’ essere completamente abbracciata dallo yoga. Ecco perché nasce in India, l’Ayurveda, la scienza della vita, millenaria medicina tradizionale, sorella dello Yoga. Trai suoi compiti il garantire l’equilibrio di corpo-mente-spirito, per poter percorrere i 4 passi della vita: artha (l’accumulo materico, il radicamento), kama (il godere della bellezza, il piacere), dharma (il percepire il proprio luogo nell’universo rispetto all’universo), moksa (il lasciare andare).
Quando lo yoga dà la possibilità di sentire e di essere piu’ consapevoli dei propri piccoli o grandi squilibri, e porta il desiderio di prendersi ulteriormente cura di sé, arriva l’Ayurveda.
Quando esiste un problema fisico (di cui sappiamo o non sappiamo il nome) che ci ostacola nell’ascolto, arriva l’Ayurveda.
Guidati da un medico, ci è possibile individuare la nostra costituzione individuale e gli squilibri (diagnosi del polso), al fine di comprendere, pacificare, prevenire e lasciare andare. Come? Attraverso consigli sull’alimentazione e lo stile di vita, l’intelligenza delle erbe, e i trattamenti ayurvedici.
Nei trattamenti ayurvedici, grazie al contatto, l’oleosità nutriente, l’amorevolezza, la direzione delle mani abili e sensibili del terapista, veniamo condotti in profondità, nel nostro sentire corporeo, in un nuovo accessibile mondo di silenzio.
Il terapista è “colui che ci sta accanto” (upasthata), è come un nostro consanguineo (anurakta), è puro (shuchi), vede oltre attraverso la connessione con atman attraverso buddhi (buddhiman), e la sua esperienza (daksha).
Citando l’antico trattato indiano Caraka Samhita, in Ayurveda medico, terapista, erbe curative e paziente sono un tutt’uno: senza questi 4 pilastri non vi puo’ essere cura, è necessario agire in concerto.
Ecco perché il medico lavora in modo integrato con il terapista, per prendersi cura della persona in ogni sua dimensione.
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